Tasse immobili e scuola paritaria: la vera questione

La parità scolastica, non è la richiesta di un privilegio, in nome di una ideologia o di una appartenenza, ma di un riconoscimento di diritti umani; è un problema di libertà e di giustizia, di democrazia, di equità e di pluralismo.
Perciò occorre calma e partire dai fatti.
Primo fatto: in Italia c'è una legge (fatta da un comunista, L. Berlinguer), la n. 62/2000, che nell’art.1, comma 1 così recita: “Il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie”. Si tratta, cioè, di un sistema integrato, le cui parti costitutive (scuola statale e paritaria) sono entrambe importanti ed essenziali e convergono verso un comune obiettivo di interesse generale che è l’istruzione e l’educazione degli studenti, di tutti gli studenti.
Secondo fatto: il Parlamento europeo con ben due Risoluzioni, una del 1984 e l’altra del 2012 ha richiamato gli Stati membri perché non pratichino alcuna discriminazione nei confronti della parità scolastica. L'Italia è l'unico paese che ancora non si è adeguato e per questo sarà sanzionato.
Il resto sono chiacchiere! Chi deve pagare paghi. Tutti però anche sindacati, partiti, scuole, ecc..! Per chi crede, poi, nella libertà di educazione c'è una battaglia di democrazia da fare che nessuno può impedire. E La politica deve avere ben chiaro che escludere la scuola paritaria da ogni forma di finanziamento e di sostegno pubblico significa decretare la fine del suo servizio nei confronti di oltre un milione e trecentomila bambini e di giovani, la perdita del lavoro per oltre 120 mila docenti e non docenti, la contrazione e l’indebolimento della rete scolastica nazionale come servizio diffusivo sul territorio.
Un risultato che dovrebbe allarmare chiunque abbia responsabilità decisionali e politiche.
Antonio Romano
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