Migranti, Papa Francesco: “Si salvano le banche non gli uomini. Vergogna, è la bancarotta dell’umanità”

l Pontefice all'incontro con i movimenti popolari internazionali in Vaticano. "Se fallisce una banca appaiono somme scandalose per salvarla mentre il Mediterraneo è diventato un cimitero"
Quella dei rifugiati e dei migranti "è una situazione obbrobriosa, che posso solo descrivere con una parola che mi venne fuori spontaneamente a Lampedusa: vergogna". Papa Francesco torna ad affrontare uno dei temi che più ha a cuore, lo fa con espressioni forti e chiare come "bancarotta dell'umanità" durante l'incontro in Vaticano con i movimenti popolari internazionali e punta l'indice contro "un sistema socio-economico ingiusto e le guerre" che provocano il doloroso sradicamento di tanti dalla loro patria.
Durante il suo discorso Francesco ricorda quando a Lesbo ha potuto "ascoltare da vicino la sofferenza di tante famiglie espulse dalla loro terra per motivi economici o violenze di ogni genere. Folle esiliate, l'ho detto di fronte alle autorità di tutto il mondo, a causa di un sistema socio-economico ingiusto e di guerre che non hanno cercato, che non hanno creato coloro che oggi soffrono il doloroso sradicamento dalla loro patria, ma piuttosto molti di coloro che si rifiutano di riceverli. Faccio mie le parole di mio fratello l'arcivescovo Hieronymos di Grecia: 'chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi è in grado di riconoscere immediatamente, nella sua interezza, la bancarotta dell'umanità".
E ancora il pontefice s'interroga, "che cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell'umanità non c'è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo... Molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente". La paura, insiste Francesco, "indurisce il cuore e si trasforma in crudeltà cieca che si rifiuta di vedere il sangue, il dolore, il volto dell'altro".
"Cosa fare", si è chiesto il Papa ad alta voce parlando ai cartoneros, ai campesinos giunti dall'America Latina e agli attivisti di tante organizzazioni pacifiste arrivati invece dai paesi dell'Europa e dagli Stati Uniti , "di fronte a questa tragedia? Nel nuovo Dicastero per lo sviluppo integrale dell'uomo c'è una sezione che si occupa di queste situazioni. Ho deciso che, almeno per un certo tempo, quella sezione dipenda direttamente dal Pontefice, perché questa è una situazione obbrobriosa".
"Il futuro dell'umanità - conclude Papa Francesco - non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. È soprattutto nelle mani dei popoli; nella loro capacità di organizzarsi ed anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento". "Anchela Chiesa può e deve, senza pretendere di avere il monopolio della verità, pronunciarsi e agire specialmente davanti a situazioni in cui si toccano le piaghe e le sofferenze drammatiche, e nelle quali sono coinvolti i valori, l'etica, le scienze sociali e la fede".
Articolo pubblicato su www.repubblica.it

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