Quali conseguenze tirare dal discorso di Matteo Renzi al Meeting?

Matteo Renzi al Meeting di Rimini si conferma oratore abilissimo nel toccare le corde giuste dell’interlocutore. Intervenuto nel primo pomeriggio all'incontro “L’Italia e la sfida del mondo”, il presidente del Consiglio ha svolto un discorso appassionato, tra citazioni chestertoniane e richiami alla bellezza.
COSA HA DETTO. Un discorso di centrodestra o di centrosinistra? Ecco, sicuramente non di sinistra. La centralità dell’Italia come terra di cerniera nel Mediterraneo, il faro atlantico in politica estera pur senza dover “fare la guerra” alla Russia, l’attenzione all’Africa, l’amicizia con Israele, le opportunità della globalizzazione e la tragedia dei cristiani perseguitati. Poi qualche richiamo sulle questioni interne che animano il dibattito politico italiano: no alla burocrazia, meno tasse per tutti (dove l’abbiamo già sentita?), il “fare” e il “cambiare” opposti all’immobilismo.
Per il resto qualche battuta sull'immigrazione («prima salviamo le vite»), la riforma costituzionale, il jobs act e il valore positivo di “fare politica”. E questo è quello che leggerete domani sui giornali.
COSA SI DOVREBBE DEDURRE. Renzi ha cercato sopratutto di comunicare suggestioni, dedicando diversi spunti del suo discorso alla bellezza. E qui, dopo aver citato quanto fatto a Firenze con la pedonalizzazione di piazza del Duomo, ha citato Chesterton: «Il mondo non morirà mai di fame per la mancanza di meraviglie, quanto per la mancanza di meraviglia».
E qui nulla da obiettare. Ecco, magari si potrebbe chiedere che, dopo tale discorso sulla meraviglia, si tiri anche qualche pratica e diretta conseguenza perché tale sentimento non rimanga così aleatorio da far “morire di fame” qualcuno.
Ad esempio sulle scuole paritarie, continuamente sottoposte alla pressione di tasse e sentenze che ne mettono in pericolo l’esistenza. Ad esempio sulla famiglia costituzionalmente intesa, che oggi sembra scavalcata per ordine di priorità dalla necessità dell’allargamento ad altre forme di convivenza. Dovessero essere dimenticate dalla politica, sono forme di “meraviglia” di cui si sentirebbe la mancanza.
Articolo pubblicato su tempi.it

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