Il rilancio di Napoli in sette punti

Caro Direttore, la campagna elettorale appena cominciata è già piena di veleni, querele (Mastella/De Magistris) e insinuazioni vere o presunte sotto banco (accordo Cozzolino/Lettieri) che infragiliscono ancora di più la nostra condizione umana e sociale. Assistiamo alla stessa scena della politica nazionale. Non si dice nulla o non si sa dir nulla (al di là dei slogan) in merito a "come" e "cosa" si vuole per davvero "fare" per Napoli. Nessun realismo e nessuna idea sulle questioni che hanno una ricaduta immediata sulla qualità dei servizi e la vita dei napoletani (Rifiuti, Sanità, Politiche Sociali, Scuola e Tarsu) e sulla vivibilità della città (Criminalità ed Illegalità diffusa), senza tralasciare i grandi progetti di cui si parla da tempo ma rimasti sempre e solo nei cassetti.
Bisogna uscire dal moralismo imperante e dalle sabbie mobili dell'astratto proponendo qualcosa di reale (anche poche cose) in modo che i napoletani possano confrontarsi con vere intenzioni e non con ulteriori chiacchiere. I "veleni", "le querele", "gli accordi sottobanco" non sono questi i problemi. Mi permetto di farle presente che esista un'altra strada, che poggia sulla vitalità di tanta gente, su questo popolo che non è proprio allo sfascio perché ha qualcosa di certo su cui poggiare, il suo cuore, la sua capacità di condividere il bisogno, la sua forza creativa. Io con tanti amici punto su questo per uscire dalle secche di una difficoltà istituzionale sempre più forte, io punto sull'energia che noi come popolo abbiamo, e forse se anche il mondo politico e giornalistico lo facesse ne sarebbe un bene per tutti. Così come la chiarezza di interventi reali, cioè “programmi” "possibili" da realizzare, sarebbero un bene per tutti. Di questo c’è bisogno, da subito, per non far perdere a Napoli un’altra possibilità. Grazie.
Antonio Romano - Napoli
Non è una bella campagna elettorale, ne convengo. Ma ancora siamo in tempo, per quel che ci compete, per non farla deragliare. Da dieci giorni abbiamo inchiodato i candidati all'onere di risposte su sette punti di programma precisi che spaziano dai trasporti ai rifiuti, dall'urbanistica fino alla sanità. I contributi che abbiamo ricevuto mi sono apparsi scialbi e sbiaditi, più che per la timidezza dettata da timori elettorali, per scarsa conoscenza dei dossier o per le convenienze del momento. Non ci accontenteremo delle minestrine che hanno cercato finora di propinarci i sette - dico sette - concorrenti alla poltrona che fu della Iervolino. Li inviteremo qui al Mattino a render conto di ciò che hanno in mente in concreto e per prendere impegni con la città, qualora vincessero.
Non è difficile immaginare che potrebbe non bastare il primo turno per selezionare il vincitore. Vista la folla di candidati, e soprattutto le guerre intestine a quel che resta dei due principali schieramenti, forse solo con il ballottaggio - se sarà necessario - riusciremo a stringere gli sfidanti attorno a impegni nero su bianco. Ma il Mattino sarà in prima linea, senza sconti per nessuno, a ricordare le promesse fatte o a incalzare chi punta solo al solito votificio e alle clientele.
Virman Cusenza - Direttore Il Mattino

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