Un manifesto per una scuola migliore

Nelle scorse settimane alcune Associazioni professionali – AIMC , UCIIM, DIESSE) e sindacali (CISL Scuola) hanno inteso costituire un gruppo di lavoro“Pensare e progettare la scuola” il quale ha redatto un proprio Manifesto caratterizzato  dalla condivisione di una vision culturale della scuola e della condizione professionale del suo personale.
I contenuti del documento indicano la scuola come “bene comune”, cioè bene sociale, un bene che le persone condividono grazie alla loro attiva partecipazione alla vita della comunità; un bene che si concretizza nell’insieme delle condizioni che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli di raggiungere maturità ed autonomia.
Nel testo si sottolinea come l’educazione sia un bene pubblico (della res publica) e il “servizio scuola”, garantito dalle leggi approvate dal Parlamento italiano, è offerto dalle istituzioni scolastiche autonome statali e paritarie.
Questo modo di concepire la scuola si fonda  su alcuni principi quali:
• l’educazione come diritto-dovere di ciascun uomo (bene comune);
• la centralità e la responsabilità educativa primaria della famiglia nei confronti dei
soggetti pubblici di offerta formativa nel territorio;
• la libertà, la responsabilità e la personalizzazione come cardini fondamentali dell’ educazione.
1. La condizione di lavoro del personale nella scuola
Ricerche scientifiche ed esperienze individuali danno conto di un ambiente di lavoro con “professioni in subbuglio”: la registrazione di fattori di frustrazione, di demotivazione, di solitudine e di sottostima sociale coesiste con il desiderio di vivere insieme e corresponsabilmente l’esperienza educativa. Si avverte sempre più l’urgenza di un cambiamento della condizione professionale facendo leva su persone che diventino protagoniste del proprio cambiamento. La capacità di gestire reti relazionali, informative, di supporti diventa decisiva per rendere attraversabile l’incertezza nella quale viviamo e per sostenere compiti impegnativi di cura educativa in modo dignitoso. Cura, progettazione sociale, reinvestimento sull’educazione e sulla formazione si intrecciano tra loro.
2. Sviluppo professionale della figura docente
Il profilo professionale docente può essere arricchito, superando l’uniformità contrattualmente definita della funzione e prevedendo, con adeguate differenziazioni salariali, uno sviluppo professionale funzionale alla scuola dell’autonomia e coerente con lo sviluppo dei processi di valutazione complessiva del sistema nazionale di istruzione. Una scuola dell’autonomia responsabile centrata sull’offerta formativa e sui rapporti con il territorio richiede la presenza nella scuola di docenti che possano esercitare anche competenze specifiche e riconosciute nel campo dell’organizzazione del lavoro, del coordinamento disciplinare e didattico, della valutazione, delle relazioni con il territorio. Ciò implica la definizione di un rinnovato profilo professionale in rapporto all’articolazione della professione docente.
3. Diventare ed essere docenti
Il nuovo sistema, a regime, di formazione iniziale del personale docente vede la collaborazione, nella preparazione, di Università e scuola: il percorso abilitante comprende lo svolgimento del tirocinio attivo e si conclude con un giudizio che tiene conto del percorso di studio e della pratica in situazione. Un percorso che mira ad accertare oltre il possesso delle conoscenze disciplinari anche il possesso di competenze-chiave professionali (capacità di usare conoscenze accademiche nel contesto didattico-educativo). La questione urgente da affrontare è lo snodo formazione iniziale/assunzione: da un lato la necessità di nuove forme di
assunzione degli insegnanti, più vicine alle realtà e alle necessità delle scuole e dei loro contesti territoriali (reti) e dall’altro interessi consolidati e principi costituzionali da considerare.
La diversificazione e l’aggiornamento delle competenze professionali richieste impone percorsi di formazione in servizio che tengano conto degli effettivi bisogni espressi dal personale e dalla scuola nel suo complesso, capaci di dare certezza e motivazione ai docenti, in modo che la formazione continua diventi un interesse di tutte le parti.
4. Autonomia scolastica
Il consolidamento e lo sviluppo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche richiedono il potenziamento dell’autonomia gestionale con l’allocazione di responsabilità e di competenze nel governo dell’istituzione scolastica e la definizione, sulla base di Livelli Essenziali delle Prestazioni, di una dotazione organica funzionale all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria. La programmazione dei fabbisogni di personale scolastico e ricerca/assunzione dello stesso in rapporto al Piano dell’Offerta Formativa può essere ottimizzata attraverso la costituzione di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, valorizzando l’autonomia didattica ed organizzativa di ogni istituzione scolastica.
Urgente è la definizione di una nuova governance delle scuole nel rispetto della Costituzione e, in particolare, delle disposizioni contenute nel titolo V: per superare l’autoreferenzialità delle istituzioni scolastiche e procedere nella direzione dell’accountability, vanno individuati oltre gli organi di governo, quelli tecnici, di valutazione, di partecipazione e gli strumenti di valutazione interna ed esterna.
Manifesto pubblicato sul blog di Marco Bianchi

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