Nicole, altro che down!

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella Giornata Internazionale della disabilità, ha tenuto alta l’attenzione. Giustamente. Un atto dovuto e di alto profilo da parte della prima carica dello Stato.  Un atto per nulla retorico e soprattutto molto sentito.  Poche parole, le sue, e significative. «La politica – ha detto Mattarella –  deve farsi carico della questione e avere l’obbligo di sostenere l’inclusione dei disabili per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana».
I diversamente abili, dunque, sono come gli altri. Anzi, nel caso di Nicole Orlando, anche meglio, molto meglio. In Sudafrica, Nicole ha sorpreso il mondo, ma non se stessa. Una settimana fa, ai mondiali di Bloemfontein, è stata l’indiscussa regina. Quattro medaglie d’oro  e una d’argento.  L’Atletica nel sangue. Dominatrice dei 100m, della staffetta 4x100m, del salto in lungo e del triathlon e seconda nei 200m. Un trionfo assoluto.
La sua è una storia che riempie il cuore e fa riflettere. Una storia che insegna a distinguere bene cosa significhi davvero essere forti, nello spirito e nel corpo, nonostante la sindrome di Down le abbia parzialmente condizionato la vita. Parzialmente e non totalmente, perché Nicole, a 22 anni, si sente un’atleta speciale e una persona normale anche nelle dichiarazioni: «Adoro la vita, mi piace vivere e dedico le vittorie a mia nonna». Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’ha esaltata: «Ha reso onore all’Italia».
È un fatto che sensibilizza le coscienze. Un’affermazione rilevante nella sua esclusività e nella potenza del suo messaggio. È l’esempio campione per superare ogni barriera e ogni pregiudizio. Uno spot vincente contro l’ignoranza, il menefreghismo e la retorica. La sua storia merita soltanto applausi e abbracci. Brava Nicole, sei tutti noi!
Articolo pubblicato su piccolenote.it

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