Con l’Epifania inizia l’avventura della quotidianità…

Con l'Epifania inizia l'avventura della quotidianità dove "bastano piccoli indizi per credere", così come ai Re Magi bastò un "piccolo indizio" per accettare la sfida sorprendente della Realtà e cominciare "l'esperienza della felicità sulla terra".
Ecco gli spunti finali di una commovente testimonianza di Don Giacomo Tandardini per aiutarci, dopo le feste, a guardare L'ESSENZIALE con lo sguardo dei bambini come in questa foto del nostro amico Michele Farina.
Antonio Romano (Fondazione Romano Guardini)
" ...Dice Giussani: «Il tuo rapporto con Cristo non deve essere evoluto, scaltro, maturo, perché la tua personalità ne nasca e la tua personalità da esso sappia creare compagnia [sappia volere bene. Quando si è amati gratuitamente si può liberamente cioè gratuitamente volere bene]. Basta la sorpresa che ebbero Giovanni e Andrea [che sono stati i primi due che, all'inizio della Sua vita pubblica, Lo hanno incontrato], che non capivano niente [che non capivano niente eppure avevano capito tutto, tanto è vero che Andrea incontra il fratello Pietro e gli dice: «Abbiamo trovato il Messia» (Gv 1, 41). Ciò che attendevano, l’avevano trovato, e quindi tutto, perché ciò che attende il cuore è tutto, e quindi avevano capito tutto. Basta la sorpresa che ebbero Giovanni e Andrea, che non capivano niente]; basta la sorpresa, basta l’accenno di devozione, basta lo stupore. Più precisamente: basta il chiederlo...».
"Com’è bello il fatto dei Magi che partono non per un annuncio. I pastori corrono a Betlemme perché gli angeli annunciano, quindi vanno per una parola ascoltata. Invece i Magi vanno per un indizio intravisto. «Sic Magi ab ortu solis / per sideris indicium»: così l’inno Mysterium Ecclesiae dei vesperi della Madonna che, bambino, cantavo alla domenica nel seminario di San Pietro martire. Per un indizio, per l’indizio di una stella. Bastano piccoli indizi per credere, tanto è vero che Giovanni quando corre al sepolcro la mattina di Pasqua crede vedendo soltanto la sindone ripiegata in un modo tale che faceva intravedere che il Signore era risorto: è stato questo piccolo indizio. I Magi partono per un piccolo indizio, una stella, e continuano il viaggio seguendo questa stella. Ma a un certo punto la stella non la vedono più. Ed è bellissimo che, non vedendola più, domandano. Quando non si vede più la stella, non si può fare altro che domandare. Non possiamo possedere noi la grazia, non la possiamo possedere. Non è una scienza che si possiede. Quando non si vede più la grazia che precede si può solo domandare. Hanno domandato, hanno domandato persino a Erode, hanno solo domandato. Si segue la grazia, e quando la stella della grazia non è evidente si può solo domandare. E poi – «videntes stellam Magi gavisi sunt gaudio magno valde»31 (cfr. Mt 2, 10) – quando l’hanno rivista, come nuovo inizio, quando l’hanno rivista (le parole della liturgia non sanno come esprimere questa gioia di un nuovo inizio, perché è ancora più bella questa gioia, «gavisi sunt gaudio magno valde») hanno gioito di una gioia, di una gioia più grande ancora, di una gioia più bella ancora. Continua Giussani: «Più precisamente: basta il chiederlo, basta quell’embrionale percezione di quel che Lui è che te lo fa chiedere, per cui lo chiedi».
Per iniziare l’esperienza della felicità sulla terra, per abbracciare la felicità sulla terra, per abbracciare, umile, l’umile mio Gesù, basta quell’embrionale percezione per cui Lo chiedi, quell’embrionale stupore, quell’embrionale dolcezza per cui Lo domandi. Basta questo per iniziare sulla terra ad abbracciare la felicità".
(Dalla Meditazione sul Natale di don Giacomo Tantardini - 2006).
Ancora Buon Anno a tutti!!!

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